Clonazione in serie e creazione di immagini radiali con Inkscape

Nell’esempio disegneremo un quadrante di orologio con il dettaglio ai minuti, quindi diviso in 60 parti, iniziamo.
Aprite Inkscape e selezionate lo strumento Bezier “Inkscape strumento Bezier“, con un clic fate il punto di partenza e tenendo premuto il tasto Ctrl (per mantenere la linea perpendicolare), trascinare il mouse verso il basso, terminate il tracciato con un click destro del mouse, la figura in basso mostra il risultato.
Inkscape tracciato con strumento Bezier

Selezionate la funzione “Crea cloni in serie” raggiungibile dal menù “Modifica -> Clona“, avremo a disposizione la finestra dove sarà possibile impostare i parametri per la clonazione/rotazione del tracciato selezionato.
Inkscape Crea cloni in serieAdesso configuriamo le parti che interessano all’esempio con i valori appropriati.
Selezioniamo “Simmetria” e scegliamo “P1: traslazione semplice“, dovrebbe già essere così di default, in basso scegliamo la voce “Righe, colonne” ed impostiamone i valori a “1 x 60“.
Passiamo alla sezione “Spostamento” e impostiamo “Spostamento X: -> Per colonna: -100“, poi “Spostamento Y: -> Per riga: -100“, tutto il resto di questa sezione invariato.
Spostiamoci alla sezione “Rotazione” ed impostiamo “Angolo: Per colonna: 6“.
Cliccando su “Crea” dovreste ottenere la figura seguente:
Inkscape tracciato clonato e ruotato

Ora selezionate un punto qualsiasi del tracciato e premete i tasti “Shift-D” per scegliere il tracciato originale che è stato clonato, questo ci serve perchè modificandolo andremo ad ottenere le variazioni su tutti i cloni.
Selezionate lo strumento nodi “Inkscape strumento Nodi” e accorciate verso l’alto il tracciato, tenendo premuto il tasto Ctrl per proseguire senza scostamenti, dovreste avere come risultato un quadrante come segue.
Inkscape creazione radiale quadranteCon queste basi potete sicuramente sperimentare…

Il tema arras per wordpress ed il problema della slideshow su internet explorer 6

Lavorando ad un progetto che prevede l’uso del tema arras (versione 1.5) per wordpress mi sono imbattuto in un problema che si presenta su nternet explorer 6, non so se su altre versioni precedenti o successive.

Il problema in questione riguarda la sezione slideshow, la prima in alto, che si sovrappone con la sezione che segue subito sotto, chiamata Featured Posts #1, andandola a nascondere parzialmente.

La soluzione che ho trovato è semplicissima, si tratta di aggiungere una regola CSS:
#index-featured1 {position: relative;z-index: 1 !important;}

funziona perfettamente.

Piccole note:

  1. nel mio caso la regola è stata aggiunta ad un tema figlio di arras e non direttamente nel file style.css di arras, ma dovrebbe funzionare anche nel caso la si aggiunga nel file tyle.css di arras.
  2. Ho provato la visualizzazione Windows/IE6 su Virtual Box, ma la macchina virtuale dovrebbe non essere differente in questo caso da una vera.

Ridimensionare molte immagini con Gnu/Linux e ImageMagick da linea di comando

Recentemente ho avuto la necessità di ridimensionare molte immagini tenendo conto del fatto che avevo bisogno di specificare una dimensione, nel mio caso la larghezza, mantenendo il rapporto di grandezza con l’altra dimensione in automatico.
Ho pensato che la soluzione migliore era di usare ImageMagick (convert, mogrify) quindi mi sono messo alla ricerca di informazioni sulle opzioni disponibili da usare per ottenere ciò di cui avevo bisogno.
Ho trovato questo breve articolo “Tip : Batch resize images on Ubuntu Linux” utilissimo sul sito Baptiste Wicht di cui ripropongo una traduzione/rivisitazione, che risolveva la mia necessità.

In Linux c’è uno strumento molto potente per automatizzare l’elaborazione delle immagini da linea di comando. Si chiama ImageMagick per farlo. Sicuramente ci sono un sacco di altri pacchetti/utilità che fanno la stessa cosa, ma questo è il primo che ho trovato e funziona bene.

Quindi, in primo luogo, è necessario installare ImageMagick, se già non lo si ha a disposizione:

sudo apt-get install imagemagick

E poi è possibile ridimensionare tutte le immagini, in questo caso jpg, ad una larghezza di 640px, nell’esempio, della cartella corrente utilizzando il comando:

mogrify -resize 640 *.jpg

Se si desidera ridimensionare specificando l’altezza, è sufficiente aggiungere una x:

mogrify -resize X640 *.jpg

È inoltre possibile specificare larghezza e altezza massime, che può essere utile se si dispone di grandi immagini e non si desidera una larghezza maggiore di x e una altezza maggiore di y, ma non si desidera ridimensionare le immagini più piccole di quella dimensione nella stessa cartella.
Ecco un esempio il ridimensionamento delle immagini se la larghezza è maggiore a 1280 o altezza superiore a 1024:

mogrify -resize ‘1280X1024>’ *.jpg

Con i comandi che abbiamo visto sopra il rapporto tra le dimensioni è conservato.

Se non interessa la distorsione dell’immagine semplicemente con questo comando:

mogrify -resize ’20X20!’ *.jpg

tutte le immagini saranno ridimensionate 20 x 20 pixel, grazie al punto esclamativo mogrify non tenterà di preservare le proporzioni.

Se volete maggiori informazioni sulle possibili opzioni di ridimensionamento, è possibile consultare la documentazione di ImageMagick.

Quasi Tutti – Incontro alla Libreria Aseq

Incontro alla Libreria Aseq Martedì 28 settembre, alle 20.30

Relatore: Marco Giovenale
Introduce: Sara Davidovics

Quasi Tutti
di Marco Giovenale
Editore Polìmata

Il libro “Quasi Tutti” raccoglie un consistente numero di brevi prose di Marco Giovenale. Si tratta di testi solo parzialmente narrativi, e certo non lirici, che lavorano sul piano inclinato e sfuggente (e perciò inedito, intrigante) di quella che è stata definita “prosa in prosa”. Non, dunque, poesie, nè poesie in prosa. E nemmeno racconti in senso stretto, anche se vicende e voci narranti sono percepibili e presenti in qualche modo. Semmai frammenti e piccoli film linguistici, a volte surreali, lunari, non lontani dall’umorismo anche crudele e scanzonato delle avanguardie.

Marco Giovenale (1969) vive e lavora a Roma. Il suo libro di poesie più recente è Shelter (Donzelli, 2010).
È redattore di GAMMM, «bina», lettere grosse, «Sud», «Or», e di alcune pagine web non italiane.  Collabora, con recensioni, alle pagine culturali del «manifesto». È tra i curatori dello spazio “scrittura”  di http://www.privatephotoreview.com, sito della rivista di fotografia «Private». Nel 2010 ha ideato e fondato, con altri, il sito Punto critico. Collabora a Poesia2punto0.
Suoi testi in rivista sono comparsi su «il verri», «Poesia», «Nuovi Argomenti», «Rendiconti», «Semicerchio», «Il Caffè Illustrato», «l’immaginazione», «Action Poétique», «Nioques», «OEI», «The new Review of Literature», «Aufgabe», «TRNSFR», e in altre sedi.
Libri recenti: Numeri primi (Arcipelago, 2006), A gunless tea (Dusie, 2007), Criterio dei vetri (Oèdipus, 2007), La casa esposta (Le Lettere, 2007, collana fuoriformato), CDK (Tir aux pigeons, 2009), Soluzione della materia (La camera verde, 2009), Chalk (La camera verde, 2009), una semplice (issuu/compostxt, 2010), Storia dei minuti (Transeuropa, 2010).
Altre poesie e prose sono antologizzate in Parola plurale (Sossella, 2005), Nono quaderno di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2007), e nell’antologia del Premio Antonio Delfini 2009. In una plaquette con Fiammetta Cirilli, autrice di Favola blu, pubblica la serie di testi Un’altra cosa notavo (La camera verde, 2009). Con i redattori di gammm.org è nel volume collettivo Prosa in prosa (Le Lettere, 2009, collana fuoriformato). Per Sossella ha curato nel 2008 la raccolta di Roberto Roversi, Tre poesie e alcune prose.
Una selezione di varie poesie e prose da diversi libri, curata dal sito Poesia2punto0, è leggibile all’indirizzo http://www.poesia2punto0.com/2010/09/11/marco-giovenale-quaderni/, ovvero http://issuu.com/poesia2.0/docs/marco_giovenale_-_quaderni.
Nel luglio-agosto 2010 ha creato un asemic google group, il blog aggregatore du-champ (con quasi mille siti di arte  e scrittura sperimentale mappati), il blog individuale/collettivo exp-net, e lo spazio online + idea + pratica della installance. La sua pagina web è http://slowforward.wordpress.com

Sara Davidovics poeta, performer, artista sonoro visuale è nata nel 1981 a Roma dove vive.
Dal 2003 conduce ricerche sulla vocalità e sulla testualità intercodice.
Nel 2006 ha fondato con Lorenzo Durante il gruppo di sperimentazione verbosonora Laboratorio Ensemble DUALE.
Dal 2009 dirige con Ivan Schiavone la collana di materiali verbali EX[T]RATIONE per le Edizioni Polìmata di Roma.
Nel 2010 ha vinto la 3a Edizione del Premio di Letteratura On-Line “Le Reti di Dedalus” (Reprò; S.N.S. ; S.I.A.E.).

Ingresso libero fino ad esaurimento posti (60).

Per qualsiasi ulteriore informazione, è possibile contattarci direttamente allo 06 6868400 oppure, via email, all’indirizzo info@aseq.it

Un filosofo si recò un giorno da un Maestro Zen

Un filosofo si recò un giorno da un Maestro Zen e gli disse:
“Sono venuto ad informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi e i suoi scopi”.

“Posso offrirti una tazza di tè?”
gli domandò il maestro. E incominciò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò.

“Ma che cosa fai?” sbottò il filosofo, “non vedi che la tazza è piena”?

“Come questa tazza,” disse il maestro, “anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture perché le si possa versare dentro qualcos’altro…
come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”

Applicazioni Portabili per GNU/Linux!

E’ utilissimo avvolte poter eseguire le applicazioni GNU/Linux senza installarle, ad esempio portandole sempre in una penna USB o solamente per poterle provare, e questo indipendentemente dalla distribuzione GNU/Linux che si usa. Per questo vorrei segnalarvi portablelinuxapps.org “Applicazioni Linux Portabili”!

Il progetto portablelinuxapps.org ci mette a disposizione degli utilissimi download che ci danno la possibilità di usare applicazioni GNU/Linux senza installarle tutte all’interno di un’unico file senza gerarchie di cartelle o file di configurazione.
Queste applicazioni sono in grado di funzionare su tutte le principali distribuzioni GNU/Linux, indipendentemente dal sistema di gestione dei pacchetti che ogni distribuzione usa.

L’elenco delle applicazioni è veramente lungo, e sono tutte molto utili, ve ne accenno solo qualcuna, rimandandovi al sito del progetto per la lista completa:

  • VLC
  • Skype
  • Scribus
  • Open Office
  • PDF-Shuffler
  • MPlayer
  • Inkscape
  • Gimp
  • Firefox
  • Chromium

I programmi sono sempre aggiornati all’ultima versione o al “nightly builds”, potete quindi provarli senza installare nulla e non vi dovete preoccupare di compromettere il buon funzionamento della vostra GNU/Linux Box.

Per usare una delle tante applicazioni portabili per GNU/Linux basta scaricarla dal sito del progetto, contrassegnare l’applicazione ‘eseguibile’ così: tasto destro del mouse > click su Proprietà > selezionare il tab Permessi > spuntare la voce ‘consentire l’esecuzione del file come programma’, a questo punto possiamo avviarla con il solito doppio click.

Buon divertimento.

a Frida

Una pittrice ha deciso di fare un piccolo omaggio a Frida Kahlo, eseguendo un disegno – grafite su carta – successivamente elaborato da me con Gimp per ottenere un wallpaper liberamente scaricabile che speriamo possiate apprezzare.

Tratto da una sua fotografia molto bella.

Vorrei suggerirvi di leggere il bel libro di Rauda Jamis su Frida.

Per finire alcune informazioni

Frida Kahlo, il cui nome completo era Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón (Coyoacán, 6 luglio 1907 – Coyoacán, 13 luglio 1954), è stata una pittrice messicana.

La vita

Frida Kahlo era figlia di Wilhelm Kahlo, tedesco, nato a Baden-Baden da genitori ebrei tedeschi, emigrato in Messico dall’Ungheria (dalla città di Arad, oggi sotto la Romania). Fu una pittrice dalla vita quanto mai travagliata. Sosteneva di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell’anno e del Messico moderno. La sua attività artistica ha avuto di recente una rivalutazione, in particolare in Europa con l’allestimento di numerose mostre.

Affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiarono per poliomielite (ne era affetta anche sua sorella minore), fin dall’adolescenza manifestò talento artistico e uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale.

A 17 anni rimase vittima di un incidente stradale tra un autobus su cui viaggiava e un tram, a causa del quale riportò gravi fratture tra cui 2 alle vertebre lombari, 5 al bacino, 11 al piede destro e la lussazione del gomito sinistro, inoltre un corrimano dell’autobus si staccò, le trafisse il fianco e uscì dalla vagina. Ciò la segnerà a vita costringendola a numerose operazioni chirurgiche. Dimessa dall’ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel suo letto di casa col busto ingessato. Questa forzata situazione la spinse a leggere libri sul movimento comunista e a dipingere. Il suo primo soggetto fu un suo autoritratto che in seguìto diede in dono al ragazzo di cui era innamorata. Da ciò la scelta dei genitori di regalarle un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo tale che potesse vedersi, e dei colori; cosicché iniziò la serie di autoritratti. Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a recuperare la capacità di camminare, sebbene non senza dolori, che sopporterà a vita. Portò i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore murale dell’epoca, per avere una sua critica. Rivera rimase colpito dallo stile moderno della giovane artista tanto che la trasse sotto la sua ala e la inserì nella scena politica e culturale messicana.

Divenne un’attivista del partito comunista messicano cui si iscrisse nel 1928, partecipò a numerose manifestazioni e nel frattempo si innamorò di colui che era stata la sua “guida”. Infatti nel 1929 il 21 agosto sposò Rivera, che era al suo terzo matrimonio, pur sapendo dei continui tradimenti a cui andava incontro. Dopo anni di dolori coniugali,prese a fare lo stesso, anche con esperienze omosessuali.

In quegli anni al marito Rivera furono commissionati alcuni lavori negli USA, come il muro all’interno del Rockefeller Center di New York, o gli affreschi per la fiera internazionale di Chicago. A seguito dello scalpore suscitato dall’affresco nel Rockefeller Center, in cui un operaio era chiaramente raffigurato col volto di Lenin, gli furono revocate tali commissioni. Nello stesso periodo di soggiorno a New York la Kahlo rimase incinta, per poi avere un aborto spontaneo a gravidanza inoltrata a causa dell’inadeguatezza del suo fisico a sopportare una gestazione. Ciò, ovviamente, la scosse molto. Quindi decise di tornare in Messico col marito.

I due decisero di vivere in due case separate collegate, però, da un ponte, in modo da avere ognuno i propri spazi “da artista”. Nel 1939 però, i due divorziarono a causa del tradimento di Rivera con Cristina Kahlo, la sorella di Frida.

Rivera tornò da Frida un anno dopo, difatto non l’aveva mai dimenticata e, malgrado i tradimenti, mai aveva smesso di amarla. Le fece una nuova proposta di matrimonio che lei accettò non senza qualche riserva. Si risposarono nel 1940 a San Francisco. Da lui aveva assimilato uno stile volutamente naïf che la portò a dipingere in particolare piccoli autoritratti ispirati all’arte popolare e alle tradizioni precolombiane. La sua chiara intenzione era, ricorrendo a soggetti tratti dalle civiltà native, affermare in maniera inequivocabile la propria identità messicana.

Il suo cruccio maggiore fu quello di non aver avuto figli. La sua appassionata (e all’epoca discussa) storia d’amore con Rivera è raccontata in un suo diario. Ebbe – dicono le cronache – numerosi amanti, di ambo i sessi, con nomi che, neanche all’epoca, potevano passare inosservati come quelli del rivoluzionario russo Lev Trotsky e del poeta André Breton. Fu amica e probabilmente amante di Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni Venti[senza fonte]. Pochi anni prima della sua morte le venne amputata la gamba destra, in evidente stato di cancrena. Le ultime parole che scrisse nel suo diario sono “Attendo con gioia la mia dipartita. E spero di non tornare mai più.” (fonte Wikipedia)